martedì 9 aprile 2013

La prospettiva Niet


Forse si comprende al meglio la condizione di un Paese dalle prospettive che esso si trova davanti. In questa situazione ingarbugliata la soluzione più caldeggiata e meno improbabile, a quanto pare, è l'appoggio pidiellino al Pd. Lo vuole Berlusconi perché sa che ciò sancirebbe la fine politica di un ingombrante rivale. Lo vuole Grillo perché sa che ciò gli permetterebbe di continuare a protestare e a urlare all'inciucio, senza assumersi alcuna responsabilità attiva. Lo vuole, temo, Napolitano perché il ruolo istituzionale, in cui pare immedesimarsi un po' troppo, gli impone di auspicare una larga intesa che faccia da argine a una crisi sociale, economica e culturale di proporzioni inaudite. Preoccupato com'è, ha pure nominato dieci saggi, che sono così saggi che l'unico vero saggio del gruppo ha saggiamente detto che non servono a un tubo.
Questo carrozzone triste, che trascina con sé la condizione larvale della nostra dignità di cittadini italiani, affonda le sue radici, per una volta per niente remote, nel quanto mai strumentale rifiuto grillino all'offerta di collaborazione proveniente dall'unica forza politica disposta al cambiamento. Sarebbe stata l'occasione per il Movimento di controllare da vicino l'operato delle forze di governo, contribuendo attivamente a costruire quella rivoluzione di cui vanno sbraitando da tempo e, più pragmaticamente, minacciando il Pd di far mancare la fiducia nel caso di proposte sgradite. Se siamo nella dimensione del condizionale non è per una errata valutazione politica. È, molto semplicemente, perché gli intenti del ducetto berciante sono irriducibili alla prassi parlamentare e alla democrazia rappresentativa.
Così, mentre torniamo studenti alla vista della Camera occupata e ci prepariamo, chissà, ad assistere a un ciclo di lezioni autogestite sui vaccini e l'omosessualità, ricordiamoci che le commissioni sarebbero già partite da un pezzo, se i grillini avessero tenuto fede al loro proposito di cambiare le cose. Già che ci siamo, ricordiamoci anche che le commissioni hanno senso se esiste un Parlamento in grado di funzionare e di interloquire con un governo che abbia ottenuto la fiducia da deputati e senatori.
Speriamo di non doverci ricordare in futuro di quando Grillo e Berlusconi fecero cascare la coalizione di centrosinistra nel loro diverso ma uguale trappolone. In tal caso staremo erigendo un monumento ai caduti.

2 commenti:

duhangst ha detto...

Concordo in toto con la tua analisi.

Damiano ha detto...

Mi fa piacere che concordi. Grazie.