giovedì 18 aprile 2013

Bicamerale Marinata



Grandi notizie per chi vuole la fine politica del Pd e del centrosinistra! Salvo smentite dell'ultima ora il candidato del Pd, o meglio, di un brandello di Pd, sarà Franco Marini: sì, lo stesso che, con l'immancabile D'Alema, contribuì in maniera decisiva alla caduta del governo Prodi nel 2000 e che, tanto per capirci, gli elettori abruzzesi delle primarie per il Parlamento hanno fragorosamente deciso di trombare. 
Ora, tale straordinaria mossa strategica, oltre che suonare come una decapitazione del segretario operata da qualche baffuto e offeso gerarca, non si spiega se non come preludio all'esiziale governissimo che da giorni si palesa nei miei incubi peggiori. 
In ogni caso, al di là del curriculum di Franco Marini, indicare lui per il Quirinale in un clima politico come quello che stiamo vivendo significa dar ragione a Grillo e dar ragione a chi delinea una suddivisione rigidamente manichea, laddove i buoni sono interamente rappresentati dal M5S e i cattivi da tutti gli altri partiti senza eccezione alcuna. Ciò significa, soprattutto, non dare seguito alle intenzioni di rinnovamento dichiarate il giorno dopo le scorse elezioni e al buon programma presentato, invano, ai grillini, la cui responsabilità in questo senso non è comunque da dimenticare. Ciò significa, invece, perseverare con una politica paternalistica, calata dall'alto per vie imperscrutabili che gli elettori devono mandare giù: non lo sanno, ma è per il loro bene. La realtà dei fatti è che questa soluzione, per una volta, mette d'accordo l'elettorato del Pd: nessuno è favorevole. 
In questo momento tutto il mio sostegno va a quei parlamentari di Pd e SEL (e non sono pochi) che si sono opposti con decisione a tale scempiaggine. Per fortuna, checché se ne dica, tutti uguali non sono. Se mai si ripartirà, si dovrà ripartire da quei no fermi. E da una dirigenza molto diversa. 

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