martedì 29 gennaio 2013

La giornata della memoria corta

Impossibile parlare di "Giornata della memoria" in un paese come il nostro, nel quale si fa fatica a ricordare chi è stato il Presidente del Consiglio fino al 2011. Figurarsi se ci è dato il privilegio di scandalizzarci se, nel nome della vulgata degli "Italiani dal cuore d'oro", viene riscritta la storia del ventennio fascista.
D'altra parte non si tratta della gaffe del nostrano Filippo di Edimburgo, ma della verità politica che contraddistingue da sempre la destra del Belpaese: la continuità con il Fascismo. Il ventennio continua infatti a diffondere le sue spore, rigenerandosi in varie forme, esplicite o meno esplicite, in partiti di governo (tanti) e di opposizione (pochi), in forze extra-parlamentari e nella percezione sociale, nelle fattezze del culto della personalità, del leader carismatico, nelle neo-autarchie, nella violenza verbale, nel dominio dei mezzi di comunicazione, nell'allontanamento, ideale e fattivo, degli oppositori, nel tentativo di esautorare il potere parlamentare, nel bisogno di ordine e rigore e nel disprezzo della diversità. 
Nella rivisitazione della storia non vi è mai un fine nobile. E mentre noi ci raccontiamo di quanto fossero spietati i Tedeschi che ci hanno trascinato in una guerra e in decisioni che non volevamo, mentre noi ci deresponsabilizziamo, come sempre facciamo, perché in fondo siamo sempre stati e sempre saremo brava gente, il germe del Fascismo è sempre più prolifico e minaccioso e veste i panni mai smessi, nella coscienza collettiva, della negoziabilità della libertà in cambio di un Agro Pontino qualunque. 

sabato 12 gennaio 2013

Perché non ha vinto Berlusconi (ma perde il Paese)

Scusate se ho dovuto metabolizzare l'allegra festività di giovedì sera: troppo Silvio ha su di me l'effetto combinato di una scarlattina e di un'anestesia locale. Da più parti ho letto e sentito che il sub-comandante Berlu avrebbe stravinto il confronto, rivitalizzandosi definitivamente e recuperando i suoi elettori, che, per inciso, sin d'ora mi permetto di ringraziare sentitamente per quanto già hanno fatto e, ne sono sicuro, faranno a giovamento della nostra democrazia.
La mia opinione è un po' diversa. A Berlusconi va riconosciuto il merito di saper raccontare le panzane più grandi con la più disinvolta naturalezza. Stop. Per il resto si è trattato di un repertorio già sentito. Dalla teoria del complotto, tanto cara al nostro elettorato "liquido", all'ingovernabilità dell'Italia, passando per la riforma della nostra struttura politico-istituzionale (id est, pieni poteri a lui e esautoramento delle camere, straordinaria novità nella nostra storia). Nel mezzo le altre favolette del debito pubblico, cui andrebbe contrapposta l'economia sommersa (la Mafia come forza propulsiva), e la battaglia a petto scoperto sull'IMU. Tra una sciocchezza e un delirio senile, ripetute arrampicate sugli specchi per giustificare il suo operato di governo e alterchi sempre portati sul puerile andante.
A me non è parso in forma. Mi è parso il medesimo nanetto spudorato e protervo che ha dominato la scena italiana dal 1994 ad oggi, che ha governato otto degli ultimi undici anni, facendo finta che la crisi non esistesse e accumulando complessivamente, durante le sue ultime legislature, un debito pubblico giornaliero computabile in circa 350 milioni di euro. E non parlo di condoni, iniquità varie, tagli indiscriminati a welfare, istruzione e sanità, scandali, spregio dei diritti civili, corruzione, processi, misure iper-liberistiche incontrollate e incontrollabili, incitazione all'evasione fiscale, conflitti di interessi, attacchi alla magistratura, riforme interessate della giustizia, misure barbare sull'immigrazione e sul diritto di cittadinanza. Potrei andare avanti molto a lungo.
Ora, trovo sinceramente offensivo parlare di una sua vittoria. Un po' perché se ha recuperato voti il merito non è suo, così come la colpa non è di Santoro o Travaglio, la cui unica soluzione per non cadere nella delusione del proprio pubblico era quella di non invitarlo: chi andrà a votare per quest'uomo (e per le sue propaggini verdi, moggiane o neofasciste) avrà la sola e piena responsabilità del suo operato. E un po' perché non ha detto niente di nuovo e, in generale, non ha detto proprio niente. Non ha dato risposte accettabili, non ha offerto nuove soluzioni alla crisi, non ha garantito neanche il grado minimo di presentabilità richiesto a un politico. Se la gente soffre della sindrome dell'uomo solo al comando aggravata dalla recidività, per favore, non riconosciamo alcun merito all'uomo che ha contribuito in maniera decisiva al dissesto, non solo economico ma soprattutto culturale, del nostro paese.
Tuttavia una riflessione positiva, credo, sarà balzata alla mente di tanti nella giornata di giovedì, tra Servizio Pubblico e le dichiarazioni, per nulla sorprendenti, del Grillo natante: quant'è bella la nostra Costituzione!

venerdì 11 gennaio 2013

Se telefonando

Finalmente la notizia che da tanto tempo aspettavo. Da anni mi arrovellavo domandandomi come fosse possibile che un uomo con quelle doti, quel carisma, quelle rare capacità interpersonali, quella magnetica autorevolezza potesse essere escluso dal mondo della politica.
 Ebbene, ci ha pensato Stefania Craxi, figlia di cotanto padre, a candidare l'uomo più vessato, perseguitato e vituperato di tutti i tempi, l'agnello immolato sull'altare della magistratura, che già tanti danni ha provocato in questo paese, il Giona di Monticiano, il Pinturicchio della trattativa (non stato-mafia, ci mancherebbe). Signori e signore.... Mister Big Lucky Lucianone Treno Trino Moggi!

Giungono intanto indiscrezioni sulle prime promesse elettorali del nostro eroe: più sim per tutti.

martedì 8 gennaio 2013

I bugiardini

Avvertenza prima di assumere il "nuovo" farmaco verdazzurro: contiene, tra gli altri, Humbert Boccadangelo Bossy, Marcello Famigghia Dell'Utri, Cous Cous Cosentino, Maurizio Bellosguardo Gasparri e sostanze affini.
Può produrre reazioni allergiche. Sconsigliato ai deboli di cuore.
Se si verifica persistenza nel voto, consultare un medico. Ma bravo.