giovedì 1 ottobre 2009

Le perle / 1

Msrtedì, ore 19.00, suona la sveglia. L. si alza dal letto e, dopo aver preso atto delle coordinate spazio-temporali, si prepara per uscire. Solite cose: piastra per i capelli, cappellino, skate.

D. - Esci?
L. - Sì vado in chiesa. Mi hanno pure chiamato dal lavoro ma gli ho detto che non potevo. Gliel'avevo già detto che il martedì non posso.
D. - Certo..
L. - No perché sai, io metto al primo posto il Signore!
D. - (Eh già, e secondo c'è Alonso)
L. - Sì, perché, lo sai, io vado sullo skate. E ogni giorno mi vedo passare la vita davanti agli occhi. E insomma mi sembra il minimo andarlo a ringraziare.
D. - (che fede incrollabile!)
L. - No perché non te l'avevo mai detto; mi sembrava giusto.
D. - (Non te l'ho mai chiesto)
L. - Quando vado in giro sullo skate, ho gli angeli intorno che mi scortano
D. - (Sono simpatici almeno?)
L. - Ci vediamo dopo..
D. - Ciao!

E se ne va, con lo skate sotto i piedi e la strada che scorre veloce, sorretto dal suo seguito divino.

4 commenti:

Andrea ha detto...

Ma "L" è chi penso io?Alias gnocchi a mezzanotte?

Damiano ha detto...

L. è un simbolo, una figura mentis, ipostatizzazione di un personaggio-funzione tipizzato entro una categoria caratteriale.......
sì, è chi pensi!:D

Andrea ha detto...

Dunque immagino che,purtroppo,non avrai romanzato nulla !!
L è l'archetipo del folle,un po Don Chisciotte un po Hannibal Lecter!

Damiano ha detto...

Nulla di romanzato. Lui è, senza artifici letterari, l'esempio del pazzoide senza capo né coda. E purtroppo poco ha a che fare con gli illustri esempi di "fools", quali Don Chisciotte o i buffoni shakesperiani. Loro in fin dei conti avevano ragione....