lunedì 13 maggio 2013

Mnemotecnica per smemorati



Mi fanno un po' ridere, lo confesso, i richiami all'ordine di Letta ad Alfano e, in generale, ai suoi ministri. Come mi hanno fatto ridere le levate di scudi contro Nitto Palma e la Biancofiore, come se fosse sorprendente fare un governo col Pdl e scoprire che ci sono degli impresentabili. Intendiamoci, non è che non condivida l'ostilità a personaggi di questa caratura; mi stupisce lo stupore. Non ci si butta nel pozzo nero, sperando di uscirne con la faccia lavata. O sbaglio?
Era onestamente un'impresa non da poco resuscitare Berlusconi e, di conseguenza, il suo partito, ormai ridotto ai fedelissimi a orologeria. Eppure, straordinariamente efficace in questo, la strategia del Pd ha vinto tutte le avversità, sorvolando sui processi, sulle cene eleganti, sugli scudi fiscali, sui condoni edilizi, sui tagli alla scuola pubblica, sugli scandali dell'Aquila, sul Lodo Alfano (sempre lui), sulla Bossi-Fini, sugli attacchi all'articolo 18, su tutte le innumerevoli leggi ad personam, sui tagli alla sanità pubblica, sui tagli agli enti locali, sulle promesse mai mantenute, sulle promesse purtroppo mantenute, sulle iniquità fiscali e sulle infinite altre amenità che non posso elencare per ragioni di tempo e di spazio. 
Non parlo poi di cosa ha significato dal punto di vista socio-culturale il ventennio berlusconiano: dal trionfo dell'individualismo anti-etico, all'esaltazione della furbizia ladruncola e ladrona, passando per la scienza del fast-thought, dello slogan preconfezionato e della tv che pensa per te. Il significato dell'intesa Pd-Pdl è epocale e alla sua realizzazione non soggiace affatto l'urgenza di alcune questioni fondamentali (che c'è eccome e c'era anche prima), ma l'istanza autoconservativa di molti del Pd, trasversalmente per una volta, che vedono come il Babau una politica differente e di cambiamento. Cambiamento vero, non sbandierato e utilizzato a fini demagogici.
Poi all'Assemblea Nazionale si può anche andare e non dire nulla, fingendo di aver detto tutto, e si può andare a giustificare l'ingiustificabile nel nome del rispetto di quelle istituzioni mai così calpestate come hanno fatto e fanno gli attuali “alleati”. E si può anche tentare di serrare le fila e stringersi attorno a una manovrina di palazzo, sperando di far passare più tempo possibile prima del Congresso e limitare così il sentimento critico oggi tanto diffuso presso la base. Potranno passare anche trent'anni. Ho la memoria lunga. E non solo io. 

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