Mi fanno un po' ridere,
lo confesso, i richiami all'ordine di Letta ad Alfano e, in generale,
ai suoi ministri. Come mi hanno fatto ridere le levate di scudi
contro Nitto Palma e la Biancofiore, come se fosse sorprendente fare
un governo col Pdl e scoprire che ci sono degli impresentabili.
Intendiamoci, non è che non condivida l'ostilità a personaggi di
questa caratura; mi stupisce lo stupore. Non ci si butta nel pozzo
nero, sperando di uscirne con la faccia lavata. O sbaglio?
Era onestamente
un'impresa non da poco resuscitare Berlusconi e, di conseguenza, il
suo partito, ormai ridotto ai fedelissimi a orologeria. Eppure,
straordinariamente efficace in questo, la strategia del Pd ha vinto
tutte le avversità, sorvolando sui processi, sulle cene eleganti,
sugli scudi fiscali, sui condoni edilizi, sui tagli alla scuola
pubblica, sugli scandali dell'Aquila, sul Lodo Alfano (sempre lui),
sulla Bossi-Fini, sugli attacchi all'articolo 18, su tutte le
innumerevoli leggi ad personam, sui tagli alla sanità pubblica, sui
tagli agli enti locali, sulle promesse mai mantenute, sulle promesse
purtroppo mantenute, sulle iniquità fiscali e sulle infinite altre
amenità che non posso elencare per ragioni di tempo e di spazio.
Non
parlo poi di cosa ha significato dal punto di vista socio-culturale
il ventennio berlusconiano: dal trionfo dell'individualismo
anti-etico, all'esaltazione della furbizia ladruncola e ladrona,
passando per la scienza del fast-thought, dello slogan
preconfezionato e della tv che pensa per te. Il significato
dell'intesa Pd-Pdl è epocale e alla sua realizzazione non soggiace
affatto l'urgenza di alcune questioni fondamentali (che c'è eccome e
c'era anche prima), ma l'istanza autoconservativa di molti del Pd,
trasversalmente per una volta, che vedono come il Babau una politica
differente e di cambiamento. Cambiamento vero, non sbandierato e
utilizzato a fini demagogici.
Poi all'Assemblea
Nazionale si può anche andare e non dire nulla, fingendo di aver
detto tutto, e si può andare a giustificare l'ingiustificabile nel
nome del rispetto di quelle istituzioni mai così calpestate come
hanno fatto e fanno gli attuali “alleati”. E si può anche
tentare di serrare le fila e stringersi attorno a una manovrina di
palazzo, sperando di far passare più tempo possibile prima del
Congresso e limitare così il sentimento critico oggi tanto diffuso
presso la base. Potranno passare anche trent'anni. Ho la memoria
lunga. E non solo io.
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