martedì 21 maggio 2013

Manifesta incapacità


La mancata partecipazione del Pd, fatta eccezione per uno sparuto e intrepido drappello, rigorosamente non organizzato, alla manifestazione indetta dalla Fiom segna a mio avviso l'ennesima pagina da voltare in fretta nella non brillantissima storia del maggior partito di centrosinistra in Italia. La questione non è, come erroneamente è stato detto, aderire o non aderire alla piattaforma della Fiom, né, tanto meno, sancire o meno a tavolino un formale consenso. Il punto è mostrare la volontà di interloquire con un soggetto fondamentale come il sindacato di Landini, le cui proposte possono anche non essere condivise in toto, ma devono per lo meno entrare nel dibattito interno. Dimostrare di voler trovare anche insieme a lui soluzioni nuove nell'ambito della tutela dei lavoratori e delle politiche del lavoro.
Altrimenti finisce che il mondo dei sindacati diventa territorio di caccia di chi fino a poco tempo fa diceva che i sindacati andavano soppressi. E, come dovremmo sapere da un pezzo, potenziali temi forti del Pd si trasformano in reali battaglie (post) ideologiche dei grillini.
Evitare l'atteggiamento solito di opacità stantia e di ambiguità superficiale non è solo un fatto di bon ton, ma un kit di sopravvivenza nella società plurale, iniqua e fragile dal punto di vista ideologico in cui viviamo. E per fare ciò è necessario includere gli altri nei propri centri di discussione e aggiungere una sedia al tavolo dei lavori, perché si parli di contenuti e non di spartizioni di cariche. A giustificare le numerose assenze del Pd a questa manifestazione ma anche alle mille battaglie che avrebbe dovuto portare avanti e non ha fatto nel campo della tutela dei lavoratori e non solo non basta di certo il pretesto che chi sta al governo non scende in piazza a protestare.
Al Lingotto il Pd ha messo piede nel 2007 con il colletto bianco. Oggi è rimasto il colletto bianco, ma manca pure la camicia. Dopo blairismo, finta vocazione umanitaria, paternalismo, apparato, correntine, religione del Liberismo e comprensibili crisi di identità possiamo dire che il re è nudo e tutti lo indicano.
O il centrosinistra si riprende il suo spazio o qualcun altro lo occuperà. E non sarà indebitamente. Sarà per responsabilità e volontà chiare di chi lo ha perso.  

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