Chi pensa che dal tunnel
in cui il Pd si è volutamente infilato, scontando drammaticamente
tutte le sue contraddizioni, si esca con la disciplina di partito e
con il principio di maggioranza semplicemente non ha compreso il
significato dell'ultima consultazione elettorale e, più in generale,
i cambiamenti occorsi negli ultimi anni. Quello che serve ora al Pd è
una reale apertura alla società, ai suoi movimenti, alle sue
tensioni, alle sue proposte, ai suoi quanto mai differenziati
interessi.
Il Pd deve domandarsi
finalmente cosa significhi oggi essere di sinistra: se analizzerà
per bene la questione, credo, giungerà alla conclusione che essere
di sinistra oggi significa costituire un luogo di discussione, di
crescita, di responsabilizzazione e rappresentanza democratica
ispirato ai concetti tradizionali della difesa dei più deboli,
dell'equità e della giustizia sociale. Che è come dire che occorre
ripensare tutto da zero. Non un partito che guardi a particolari
classi o a particolari fasce d'età, ma un partito inclusivo, che
metta a disposizione di tutti, e non solo militanti e iscritti, i
propri spazi per favorire un'impostazione analitica capace di far
crescere consapevolezza politica presso l'elettorato e legittimazione
rispetto alle proposte elaborate, frutto di confronto serrato e di
sintesi al rialzo. O si cambiano le regole del gioco e la base
diventa parte attiva del processo (e gli strumenti partecipativi ci
sono eccome) o non si ripartirà mai. Ora come ora un'oligarchia
squalificata dalla storia delibera e impone la propria linea
calandola dall'alto e atteggiandosi a élite intellettuale
ontologicamente in grado di garantire il buon governo. Questa prassi
ha fallito senza appello. E non ci rimborseranno certo le fusioni
fredde, generatrici di pochezza propositiva e cautela non petita.
I mutamenti
socio-economici, tecnologici e culturali avvenuti negli ultimi anni
impongono nuovi sistemi di rappresentanza democratica. Ma occorrono
volontà, lungimiranza e vera vocazione pubblica. Altrimenti
troveremo sempre nell'antigrillismo, nell'antiberlusconismo, ormai
solo teorico, questo, e nell'antiqualcuno le nostre ragioni
costitutive, senza cogliere il vero problema.
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