lunedì 10 giugno 2013

Bicchieri pieni

La cosa splendida del relativismo è che tutti lo applicano. Forse addirittura Avvenire: magari avranno individuato nel voto odierno un'inequivocabile tendenza al rigorismo cattolico. Possibile. Soprattutto se c'è chi esulta con tanto di titolone sul giornale di partito per due ballottaggi vinti su tre. Il 66%. Non male. D'altra parte vincere a Pomezia e Assimino ha un valore simbolico devastante. In particolare se un paio di mesi prima si è reclamato il diritto di governare in solitaria.
C'è poi chi legge il risultato di queste Amministrative come una specie di referendum confermativo sull'operato del governo. Mi chiedo solo come interpreterebbe Freud questo inesausto bisogno di autoriconoscimento identitario. L'inconscio è una roba brutta.
C'è anche la banda della facciata, quelli che una “bella botta ogni tanto non può che far bene”. È buffo. Non è la prima che prendono. Forse serviva perdere persino Treviso, la capitale dei parchi senza panchine. Rimarrà qualche corno celtico e qualche pillolina blu in memoria dei vecchi turgidi tempi.
C'è poi chi riesce a perdere tutto, ma proprio tutto, pur in seguito a una robusta dose di ricostituenti, oltre che di lifting. Che non bastino più neanche i medici coi baffi?

In questa multiforme cantina, in cui tutti i bicchieri sono pieni ma sono già tutti ubriachi persi, l'unica certezza, mi pare, è la crescita dell'astensionismo in via proporzionale alle invocazioni alla partecipazione, troppo spesso gridata senza un contenuto alle spalle o senza una volontà reale di applicarla e molto poco praticata realmente. E poi forse possiamo anche dire francamente che alle Amministrative conta di più chi ha dimostrato nel tempo di avere piantato radici molto solide, facendo sbocciare rami secchi. Con occhi un po' meno offuscati si vedrebbe che il potenziale umano e strutturale del Pd viene ogni giorno mutilato, annichilito e umiliato da un modello politico non solo superato, ma smentito dalla storia, perdente, ingiusto. Si vedrebbe, molto banalmente, che quando si candidano persone preparate, con una proposta seria, chiara e magari poco spinta dai dirigenti nazionali si può persino vincere.

Il roboante 16-0 non induca a facili festeggiamenti. Sono pur sempre vittorie avverbiali. Vittorie da “nonostante”.   

Nessun commento: