sabato 16 marzo 2013

Movimento in Parlamento


In questo clima di totale incertezza politica, in cui a pagare comunque saremo noi "società civile", tra ieri e la mattinata di oggi qualche certezza in più l'abbiamo acquisita.
Il Movimento 5 Stelle ha dato il consueto sfoggio di arroganza, incapacità e opportunismo politico della peggior razza. Sentire la Lombardi sbraitare per i 420.000 inutilmente spesi ieri è come ricevere un pugno nello stomaco: tralasciando il fatto che saranno loro a portare gli Italiani a nuove elezioni (circa 400 milioni di euro la spesa), dov'erano i parlamentari grillini ieri mentre si dissipava denaro pubblico? Cosa facevano per evitare tale sperpero? Non erano forse arroccati nel loro silenzio imposto dalla Santa Diade? Come se la mancanza di dialogo con chiunque non la pensi come te fosse un valore. Invece la Serenella Fuksia, che spero vivamente abbia adottato un nome d'arte, sorteggiata alla presidenza della Giunta per le Elezioni, decideva di smentire il suo capogruppo al Senato, trascurando di porre la questione dell'ineleggibilità di Berlusconi. Una questione da poco, come sappiamo. E mentre la grande mamma di Latina, Ivana Simeoni, che ama così tanto la famiglia da portarsela in Parlamento, non si ricordava neppure il nome del candidato alla presidenza del Senato che ha votato e voterà (Orellana) e mentre il solito Vito Crimi richiamava tutti ai veri problemi del Paese, cioè l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che risolverebbe il problema del debito pubblico italiano ben dello 0.001%, i Grillini segnavano i nomi dei prescelti sulle schede, ben sapendo che gli altri avrebbero votato scheda bianca, prassi antica quest'ultima e quanto mai buona, secondo la quale prima di indicare un proprio esponente per un ruolo istituzionale si deve discutere. Cosa evidentemente sfuggita a chi, ormai dichiaratamente, vuole sovvertire la democrazia rappresentativa.
Oggi in mattinata una parziale buona notizia: il Pd voterà al Senato Pietro Grasso e Laura Boldrini alla Camera, e non, come ventilato ieri, Franceschini e la Finocchiaro. Un segnale di cambiamento fortissimo, a cui gli isy-pil nostrani hanno risposto con un sontuoso “votateveli voi”.
Finirà, come tutti ormai avranno capito, con un Bersani carico di valigie di buoni propositi e un Renzi pronto a subentrare a partita in corso. Finirà con nuove elezioni e con un Berlusconi pronto a riprendersi quella poltrona che ha impressa la forma del suo posteriore. Peccato, per la prima volta nella storia repubblicana sarebbe stato un governo di discontinuità. E il M5S avrebbe potuto dare il suo apporto e dire la sua. Se solo avesse una sua da dire. D'altra parte la guerra di Grillo non è contro la casta, né contro il sistema politico, né contro gli sprechi, né, tanto meno, contro Berlusconi. È contro il Pd. 

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