In
questo clima di totale incertezza politica, in cui a pagare comunque
saremo noi "società civile", tra ieri e la mattinata di
oggi qualche certezza in più l'abbiamo acquisita.
Il
Movimento 5 Stelle ha dato il consueto sfoggio di arroganza,
incapacità e opportunismo politico della peggior razza. Sentire la
Lombardi sbraitare per i 420.000 inutilmente spesi ieri è come
ricevere un pugno nello stomaco: tralasciando il fatto che saranno
loro a portare gli Italiani a nuove elezioni (circa 400 milioni di
euro la spesa), dov'erano i parlamentari grillini ieri mentre si
dissipava denaro pubblico? Cosa facevano per evitare tale sperpero?
Non erano forse arroccati nel loro silenzio imposto dalla Santa
Diade? Come se la mancanza di dialogo con chiunque non la pensi come
te fosse un valore. Invece la Serenella Fuksia, che spero vivamente
abbia adottato un nome d'arte, sorteggiata alla presidenza della
Giunta per le Elezioni, decideva di smentire il suo capogruppo al
Senato, trascurando di porre la questione dell'ineleggibilità di
Berlusconi. Una questione da poco, come sappiamo. E mentre la grande
mamma di Latina, Ivana Simeoni, che ama così tanto la famiglia da
portarsela in Parlamento, non si ricordava neppure il nome del candidato alla
presidenza del Senato che ha votato e voterà (Orellana) e mentre il solito
Vito Crimi richiamava tutti ai veri problemi del Paese, cioè
l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che risolverebbe
il problema del debito pubblico italiano ben dello 0.001%, i Grillini
segnavano i nomi dei prescelti sulle schede, ben sapendo che gli
altri avrebbero votato scheda bianca, prassi antica quest'ultima e
quanto mai buona, secondo la quale prima di indicare un proprio
esponente per un ruolo istituzionale si deve discutere. Cosa
evidentemente sfuggita a chi, ormai dichiaratamente, vuole sovvertire
la democrazia rappresentativa.
Oggi
in mattinata una parziale buona notizia: il Pd voterà al Senato
Pietro Grasso e Laura Boldrini alla Camera, e non, come ventilato
ieri, Franceschini e la Finocchiaro. Un segnale di cambiamento
fortissimo, a cui gli isy-pil nostrani hanno risposto con un sontuoso
“votateveli voi”.
Finirà,
come tutti ormai avranno capito, con un Bersani carico di valigie di
buoni propositi e un Renzi pronto a subentrare a partita in corso.
Finirà con nuove elezioni e con un Berlusconi pronto a riprendersi
quella poltrona che ha impressa la forma del suo posteriore. Peccato, per la prima volta nella storia repubblicana sarebbe stato un governo di discontinuità. E il M5S avrebbe potuto dare il suo apporto e dire la sua. Se solo avesse una sua da dire. D'altra
parte la guerra di Grillo non è contro la casta, né contro il
sistema politico, né contro gli sprechi, né, tanto meno, contro Berlusconi. È
contro il Pd.
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