
D'altra parte non si tratta della gaffe del nostrano Filippo di Edimburgo, ma della verità politica che contraddistingue da sempre la destra del Belpaese: la continuità con il Fascismo. Il ventennio continua infatti a diffondere le sue spore, rigenerandosi in varie forme, esplicite o meno esplicite, in partiti di governo (tanti) e di opposizione (pochi), in forze extra-parlamentari e nella percezione sociale, nelle fattezze del culto della personalità, del leader carismatico, nelle neo-autarchie, nella violenza verbale, nel dominio dei mezzi di comunicazione, nell'allontanamento, ideale e fattivo, degli oppositori, nel tentativo di esautorare il potere parlamentare, nel bisogno di ordine e rigore e nel disprezzo della diversità.
Nella rivisitazione della storia non vi è mai un fine nobile. E mentre noi ci raccontiamo di quanto fossero spietati i Tedeschi che ci hanno trascinato in una guerra e in decisioni che non volevamo, mentre noi ci deresponsabilizziamo, come sempre facciamo, perché in fondo siamo sempre stati e sempre saremo brava gente, il germe del Fascismo è sempre più prolifico e minaccioso e veste i panni mai smessi, nella coscienza collettiva, della negoziabilità della libertà in cambio di un Agro Pontino qualunque.
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