A
bocce ferme, ma a balle saldamente in movimento, qualche considerazione
sarebbe il caso di farla:
- Quasi un terzo degli Italiani ha scelto la coalizione di Berlusconi per guidare il Paese.
Costoro
sono irrecuperabili. Si tratta di una larga fetta di elettorato che
ha tutto da guadagnare dalla sistematica depenalizzazione dei reati
fiscali ed edilizi e dall'incoraggiamento all'evasione e
all'illegalità. La corruzione e l'infrazione della legge sono
percentuali di voto. Molto alte.
- Il centrosinistra ha raccolto molto meno di quanto si aspettasse.
È
vero, sconta i propri errori: poca trasparenza sull'alleanza con
Monti, insufficiente decisione sui tagli ai costi della politica,
incapacità di interpretare adeguatamente l'esigenza di cambiamento.
Certo, il centrosinistra si interroghi. Ma, per piacere, che non
finisca con il consueto assedio masochistico, non solo infruttuoso ma
francamente deleterio. Si dice che Bersani non ha saputo parlare agli
imprenditori del nord-est. Ma la vera domanda da porsi è: “cosa
vogliono sentirsi dire gli imprenditori del nord-est?”. Vogliono
indietro l'IMU? Vogliono evadere il fisco? Vogliono trattenere le
tasse al nord? Vogliono depenalizzare il lavoro in nero? Se si parla
di questo, sarebbe il caso di tacere. Si dice che Bersani non ha
saputo affrontare a dovere la questione meridionale. Ma a quanto pare
l'hanno saputo fare perfettamente gli alleati della Lega. Ci
penseranno loro. Si dice che Renzi avrebbe vinto a mani basse le
elezioni. A parte la scontata obiezione dell'indimostrabilità
dell'assunto, viene da chiedersi perché l'elettorato che ha scelto
il cambiamento radicale avrebbe dovuto affidarsi al duo
Ichino-Fornero, linea economica e previdenziale proposta durante le
primarie. Davvero sarebbero bastate la gorgia e la verve del buon
Matteo? Si dice che Bersani non ha saputo scaldare il cuore della
gente. Ma cosa significa “scaldare il cuore”? Significa
promettere tutto e il contrario di tutto? Non è a chi crede nel
rimborso dell'IMU che il Pd e i suoi alleati potevano rivolgersi.
- Il centrodestra ha raccolto quasi la metà dei voti raccolti nel 2008.
Ciò
nonostante, i toni assunti da pidiellini & co. sono
trionfalistici. Questo perché le attese erano ben inferiori. La
cosiddetta rimonta è tutta figlia di Berlusconi. Non ci indigniamo
se ci verrà a dire che gli Italiani lo amano. È tutto vero.
- Grillo ha riscontrato un successo oltre le aspettative.
Il
Movimento porterà 163 nuovi eletti in Parlamento. Bene. Gli Italiani
hanno riversato su Grillo quelle esigenze di rinnovamento che abbiamo
visto sopra. Bene. Dunque quasi un terzo dei votanti si è espressa a
favore del rinnovamento radicale della classe politica? Soprassedendo
sul fatto che questo anelito palingenetico ha permesso, aritmetica
alla mano, a Scilipoti, Razzi, Cicchitto, Bondi, Bonaiuti, Formigoni,
Calderoli, Lupi, Bossi, Capezzone et similia di tornare a sedere sui
sudati banchetti e che per un soffio non ha provocato che costoro
legiferassero ad libitum, mi pare molto più credibile che gli
elettori grillini siano divisi a metà, tra coloro che auspicano il
cambiamento della classe politica come punto programmatico
fondamentale e coloro che hanno ceduto al fascino dell'uomo solo al
comando, del bercio sguaiato, delle ricette facili, della realtà in
pillole e dello spettacolo che diventa attività pubblica. Non
esattamente un grande passo in avanti nella coscienza civica,
rispetto al presente, al passato più recente e al passato remoto.
Resta da capire quale strada desideri intraprendere il grande boss;
se perseverare con la notte in cui tutte le vacche sono nere o se
assumersi qualche responsabilità, mettendo in pratica almeno una
parte di ciò che è andato sbandierando. Chiaro che cercherà fino
all'ultimo di facilitare l'esiziale - smentita da Bersani ma, pare,
non osteggiata affatto dal baffetto nazionale - intesa Pd-Pdl, in
fiduciosa attesa delle prossime elezioni e della scontata e
conseguente affermazione in esse. Personalmente vedrei di buon occhio
un appoggio del M5S su proposte concrete e auspicabili del Pd: i
grillini, per imposizione padronale, sarebbero davvero disposti a
dire di no a una legge sul conflitto di interessi, a una valida
riforma elettorale, a una legge per il contenimento delle spese della
politica, a provvedimenti in favore della scuola pubblica, della
green economy?
- Il numero di votanti è diminuito di circa il 5%.
Il
partito di Grillo non ha portato a votare gente nuova. E ha preso i
voti dai partiti tradizionali. Da ibrido ideologico qual è ha
sottratto punti percentuali a destra e a sinistra. Ma, temo,
soprattutto a sinistra, dove il dato finale è stato ben inferiore
alle attese. In altre parole chi ha votato Berlusconi lo rivoterà
sempre: non c'è Grillo che tenga. Nell'elettorato di sinistra, da
sempre molto più critico, il messaggio eversivo del Movimento ha
fatto breccia.
- La cosiddetta Federazione della Sinistra non solo non torna in Parlamento ma riceve appena il 2% dei consensi.
Se la
sinistra estrema è passata da un 13% circa di consensi (sommando
Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti Italiani) ottenuto nel 2006
al 2% attuale, qualche domanda se la dovranno porre. Certo, in questa
politica mediatica ed esibizionista la minore visibilità rispetto ai
concorrenti ha contribuito. Ma forse sarebbe il caso anche di aprire
una discussione sul senso dei partiti di testimonianza. Forse è
finita l'epoca in cui ai cittadini andava bene che si parteggiasse
per loro, ma senza che vi fosse né un riscontro effettivo né una
rappresentanza accettabile in Parlamento. L'ideologia ha il suo
valore. I fatti pure.